09 novembre 2006

CIA TOSCANA, NO ALL'ICI PER GLI AGRITURISMO

«L’agriturismo inteso come tale è a tutti gli effetti una attività agricola e in quanto tale deve e dovrà continuare a godere dello status che la legge attribuisce a tale genere di imprese. Introdurre la misura dell’Ici anche agli agriturismi significherebbe appesantire ancora di più la già difficile situazione del settore agricolo pertanto la Cia Toscana si oppone fermamente alla proposta arrivata da alcuni sindaci di far pagare l’imposta anche alle strutture ricettive di aziende agricole». E’ questa la reazione del Presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci all’ipotesi di introdurre l’Ici per l’agriturismo.«L’agriturismo nasce proprio con la filosofia di avvicinare i turisti provenienti dalle città alla campagna – sottolinea Pascucci – è quindi da premiare l’impegno e il sacrificio che molte aziende hanno compiuto in tal senso negli ultimi anni. L’attività agricola, più in particolare quella agrituristica, rappresenta una risorsa fondamentale per molte aree rurali della regione, soprattutto per quelle dapprima marginali che anche grazie l’affermazione dell’agriturismo hanno segnato una crescita e una ripresa dal punto di vista economico». Secondo degli studi del settore infatti l’ospite dell’agriturismo spende una minima parte nell’azienda ospitante mentre porta molto al territorio nel quale è in visita acquistando prodotti e consumando i servizi offerti dalle varie realtà.La Cia, a pochi giorni dall’ultimo tavolo di concertazione sulla manovra regionale, ribadisce invece il concetto di intervenire sostanzialmente a livello finanziario cercando di creare un circolo virtuoso che dia respiro alle imprese agricole molte delle quali operano anche nel settore agrituristico.«Sarà necessario un drastico taglio della spesa sul funzionamento della macchina regionale – afferma il Presidente Pascucci – ma fondamentali saranno anche interventi mirati a semplificare le norme e le procedure dando la possibilità di portare a regime l’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni a tutti i livelli e rilanciando la sussidiarietà orizzontale e verticale facendo coincidere i bisogni del privato con le esigenze del pubblico». «Nel 2005 l’agricoltura ha perso il 12% in termini di reddito – specifica Pascucci – sarebbe assurdo minare il settore, quello agrituristico, che ha contribuito a non peggiorare lo stato economico delle imprese agricole». La Cia Toscana ribadisce pertanto, proprio nell’ottica di una sistema di tasse regolato e nella prospettiva di attivare azioni mirate al rilancio dell’economia, quindi sostegno e non appesantimento fiscale, la necessità di strutturare un coordinamento tra gli enti «che dovrà garantire un sistema di imposte che guardi alla sostenibilità delle imprese, nella possibilità di un incremento della pressione fiscale».

Cia Toscana, 17 ottobre 2006

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